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During my specialization at Brera (2009-2012), for some exams or for my pure delight, I started to write critical texts and exhibitions reviews. None of these have been published, but I like to remind from where my love for writing began.
In una società dello spettacolo in cui l’essere umano tende progressivamente a perdere la propria individualità creativa, affidandosi totalmente ai media – come profetizzò Guy DeBord già nel 1967 – è la mercificazione a dominare ogni aspetto dell’attività artistica e curatoriale, facendola diventare pura apparenza. Per nostra fortuna ci sono ancora artisti controcorrente, una di queste è Daniela Ardiri, con le sue tele rosse.
La scelta dell’artista di fuggire dalla realtà mediatica – esterna – per riscoprire un legame con la propria dimensione interiore appare molto coraggiosa, realizzata com’è, all’interno di un contesto artistico managerializzato.
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“Un artista durante la sua crescita artistica semplifica ed essenzializza il suo stile.” Marco Signorini.
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Marco Signorini nasce e vive a Firenze. Dopo gli studi accademici in scenografia decide di dedicarsi da autodidatta alla fotografia di ricerca, rivolgendo particolare attenzione alla fotografia di paesaggio.
Attraverso progetti personali, come ad esempio la pubblicazione del libro fotografico Echo, committenze museali e il corso di reportage che da quest’anno tiene all’Accademia di Brera [...] .
Silvia Romagnoli ha studiato negli Stati Uniti, dove ha preso due lauree: una in psicologia, per interesse personale, tanto è vero che non ha mai esercitato, e una in arte, ma la sua vera passione a quei tempi era la fotografia, passione che coltivava frequentando un corso dopo l’altro.
Così, alla fine del suo percorso di studi, si trovò ad avere la possibilità di lavorare per National Geographic, ma, a quel punto, invece, decise di ritornare in Italia per fare il presidente di un circolo di golf per sedici anni, cosa che con l’arte non ha proprio niente a che fare.
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Oltre che dalla prima neve, l'ultimo weekend di Novembre a Milano, è stato rischiarato da una mostra laboratorio d'arte contemporanea totalmente libera da vincoli tematici, curatoriali e di mercato. Una bella novità.
Da un'idea del curatore meneghino Luca Bradamante, un cantiere edile in una piccola traversa di via Ripamonti ha ospitato per quattro giorni cinque inconsueti "capicantiere" - Paolo Grassino, Mariangela Levita, i Masbedo, Luigi Rizzo e Alessandro Sarra/Stanislao di Giugno [...] .
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Dal 7 Aprile al 10 Luglio 2011 Palazzo Reale, Piazzetta Reale e l’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano accolgono la mostra monografica di Mimmo Paladino (Paduli, 1948). Curata da Flavio Arensi e promossa dal Comune di Milano, la mostra prende in esame oltre trent’anni di attività del maestro campano, attraverso un nucleo di 50 opere fra dipinti, sculture e installazioni dagli anni settanta ad oggi.
Nato a Paduli, in provincia di Benevento, Mimmo Paladino passa la sua infanzia a Napoli. La sua poetica artistica si sviluppa a partire dalla fine degli anni ’60 e la sua prima personale si tiene a Caserta nel 1969.
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Grazie alla sua intensa attività di designer e architetto – non solo in territorio milanese – Gio Ponti è universalmente ritenuto uno dei più fecondi ed eclettici maestri del ‘900. Il 6 Maggio sono state inaugurate due mostre a celebrazione dell’attività pontiana e del suo legame con il capoluogo lombardo.
Nato a Milano nel 1891 – dove morì nel 1979 – a trent’anni dopo aver conseguito la laurea in Architettura al Politecnico di Milano iniziò a lavorare come designer presso l’industria ceramica Richard-Ginori della quale in pochi anni assunse la direzione artistica rielaborandone totalmente la strategia societaria.
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“I numeri di oggi sono uno stimolo per guardare al futuro e alle prossime edizioni – afferma il presidente di Cosmit, Carlo Guglielmi – Siamo consapevoli che ci attendono sfide importanti.”
In occasione del 50° appuntamento milanese col design, agli ormai tradizionali appuntamenti del FuoriSalone, sono state affiancate nuove iniziative collaterali.
Dopo mezzo secolo d’indiscusso successo come vetrina del mondo dell’arredo quindi, Il Salone Internazionale del Mobile ha dedicato maggiore spazio all’arte contemporanea e all’esplorazione dei connubi tra questa e il design diventandone vero motore propulsivo.
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