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Tommaso Carozzi, Injection, 2010, ferro e vetroresina, 500 x 300 x 180 cm.

L'opera raffigura un'enorme zanzara nell'atto di svolgere il suo compito più naturale: pungere. Il suo pungiglione telescopico penetra a fondo nella “pelle” del terreno come per estrarne la linfa vitale. E' un atto brutale, ancestrale, attraverso il quale un organismo vivente si nutre e si sostenta depredando la forza di un' altro organismo più grande. Non si tratta, quindi, di una scultura ma di un'installazione, in quanto è l'ambiente circostante a determinarne l’esatto significato: in qualsiasi luogo del pianeta venga posizionata, la zanzara succhia il sangue della terra.
Se la terra è la pelle del mondo... forse la zanzara siamo noi.

Stefano Cagol, Novus Atlas, 2012, Video DVD, 5 min. looped.

Il video mostra l’inaspettato processo di traslazione, o per meglio dire di evoluzione, di un’opera imponente del passato nella sua versione attuale.
Punto di partenza è il Novus Atlas Sinensis – la prima descrizione cartografica della Cina, considerata a lungo la più precisa e dettagliata –  realizzato nel 1655 dal gesuita trentino Martino Martini.
I confini esterni e la suddivisione in 15 regioni di questa mappa sono ripercorsi dall’artista Stefano Cagol per dare vita a un nuovo paesaggio tridimensionale che, insieme alla mappa originale del 1600, crea l’installazione Novus Atlas. Ne nasce così un simbolico nuovo atlante, in cui passato e futuro, oriente e occidente, uomo e natura, conosciuto e ignoto sono indissolubilmente legati nel superamento dei confini.

Huang Yan, Chinese Shan Shui No. 12, 1999, fotografia, 80 x 100 cm.

Considerato un artista concettuale, Huang Yan è un pittore cinese che preferisce usare come superficie pittorica il corpo umano invece che la tela o qualsiasi altro materiale. Sopra il corpo umano dipinge il suo tema preferito: il paesaggio, e poi fotografa le sue creazioni. Dal punto di vista dell’artista – che parte dalle idee buddiste – il paesaggio è una dimora nella quale il corpo mortale può risiedere per sempre e nella quale l’uomo può liberarsi dalle catene terrene.
Guardando da vicino, sono visibili minuscoli dettagli nel paesaggio: piccole case, animali vicini a corsi d’acqua, figure in meditazione o al lavoro, e le rughe della pelle sopra le quali è stato dipinto. Ma a distanza gli oggetti o il corpo stesso prendono l’apparenza di un’inserzione.

He Chongyue, Birth Control, 2007, stampa digitale ai sali d’argento, 180 x 225 cm.

Questa stampa fa parte di una serie, sviluppata dal 2007, attraverso la quale He Chongyue vuole denunciare la politica cinese sul controllo delle nascite. Birth Control è, infatti, la continuazione della sua precedente serie Family Planning.
L’artista studia la gestione della popolazione da parte dello stato cinese attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica creando immagini di grande formato. Attraverso immagini in bianco e nero, Chongyue fotografa affissioni risalenti agli anni ’70 e ’80 raffiguranti i decreti della politica cinese, attaccati ai cartelli ai margini delle strade.
I paesaggi che li circondano sono invernali e spogli, freddi e abbandonati.

Valentina D’Amaro, Senza titolo, 2007-2011, olio su tela, 130 x 220 cm.

In questo paesaggio, ispirato alla Pianura Padana, Valentina D’Amaro cancella ogni retorica e annulla la prospettiva tradizionale, per ottenere una rarefazione totale che le permetta di cogliere la quintessenza del paesaggio.
L’artista ci propone, infatti, sotto un cielo bianco senza tempo, un panorama privo di qualunque oggetto ben identificabile, se non nel suo insieme (gli alberi); non c’è volontà narrativa, né gerarchia tra gli elementi. Domina piuttosto una composta “suspense”, come se qualcosa dovesse succedere o qualcosa fosse nascosto aldilà di ciò che si vede, suggerendo vita ed energie sotto la superficie degli elementi, che si legano e, ci legano, all’anima stessa della Natura.
Falsando le nostre percezioni e rinnegando ogni apparenza, l’artista non si limita a farci guardare un luogo o la sua vegetazione, riproponendoceli pittoricamente, ma ci invita ad una rilettura del senso del Paesaggio.

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