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Project |01

 

Autoritratto. Bruno Donadel

Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Nel corso degli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, di isole, di pesci, di abitazioni, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che questo paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto. Borges

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Bruno Donadel nasce a Farra di Soligo, in provincia di Treviso, nel 1929.
Quarto di nove figli di una famiglia di mezzadri, fin da bambino dimostra un’inclinazione per il disegno che coltiva assiduamente durante tutta la giovinezza, nelle pause di lavoro dei campi e durante le veglie notturne. Il giovane artista costretto a disegnare di nascosto, quando tutti dormivano, per non andare contro il volere dei genitori e a disfarsi – bruciandoli come si fa con le sterpaglie – dei disegni che gli andavano meno a genio per non rischiare di essere scoperto, nonostante le difficoltà, da subito capì che la pittura sarebbe stata la sua vita e come dargli torto, visto che oggi è considerato uno degli artisti più apprezzati e indicativi dell’Altamarca.
Autodidatta, apprende la prospettiva da Giovanni Zanzotto alla scuola serale di Pieve di Soligo e ha l’occasione di ricevere lezioni di chiaroscuro da Alfredo Serri e di pittura da Amelia Casonato Da Forno. Nel 1957, grazie al sostegno e alla relazione epistolare che lo legò per molti anni al gallerista Carlo Cardazzo (titolare delle gallerie del Naviglio a Milano e del Cavallino a Venezia), vince il Premio Raccolta Bertarelli. Questo riconoscimento segna l’inizio della sua carriera, e gli permette finalmente di disporre delle risorse economiche neessarie per dipingere ad olio, sempre senza legarsi con contratti per non perdere la propria indipendenza. Qualche anno dopo inizia ad esporre in varie località italiane riscuotendo sempre lusinghieri successi.
Alla fine degli anni ’60 ed all’inizio del decennio successivo i suoi quadri sono esposti con quelli di artisti come Picasso, Matisse, Rouault, Carrà, Sironi, Severini, Campigli, Cantatore, De Chirico, Guttuso, Music, Morandi, e molti altri.

La mostra che l’artista stesso presenta alla Villa dei Cedri di Valdobbiadene completa le iniziative che negli ultimi anni hanno portato alla riscoperta di questo autore.
Bruno Donadel, con circa trentamila quadri alle spalle, ha ritratto la natura in tutte le sue espressioni.
L’amore per la sua terra rimane l’unica fonte d’ispirazione, quotidiana epifania di campi, alberi, colline, gente che lavora, case, animali, e tutto quanto faccia parte di quel mondo contadino che non ha mai lasciato. Donadel, infatti, nel suo casolare di Borgo Campestrin a Farra di Soligo adibito a studio, ancora dipinge ogni giorno.
Tramite la sua pittura ha saputo raccontare il mondo contadino, non con intenti realistici o documentativi, ma attraverso una visione più profonda, interiore, che apre a spiragli esistenziali, arricchita da echi emozionali che questo contesto fa risuonare nell’interiorità del maestro veneto.
Voce solitaria della storia dell’arte italiana fonde, attraverso una raffinata sensibilità cromatica, il gusto tonale della tradizione veneta con una tensione espressionistica, ed un’originalità dei volumi e del ritmo compositivo che, pur nella fitta trama di echi e di riferimenti, rappresentano una esperienza senza precedenti.

Project |02

 

PALINSESTI di Eclario Barone

Artista poliedrico, Eclario Barone, dal 1983 espone in Italia e all’estero le sue opere di pittura, scultura, incisione e video arte nelle quali sviluppa il suo particolare interesse per le contaminazioni tra arte visiva e musica contemporanea.

Nato a Salerno il 13 gennaio 1961 si trasferisce ancora giovane per studiare Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove diventa allievo di Nato Frascà, Sandro Trotti e Giampaolo Berto. Negli anni successivi al suo percorso formativo - durante il quale conosce Luigi Caflisch e Mauro Magni, che insieme a Barone sono considerati i pittori più emblematici nella scena artistica romana - si interessa anche all’incisione, alla scultura polimaterica, alla ceramica ed infine ai linguaggi multimediali, senza dimenticare il suo impegno nel campo teatrale. Ora è docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti ‘Mario Sironi’ di Sassari e contemporaneamente porta avanti la sua sfaccettata ricerca artistica.
L’artista d’origini campane tramite materie e strumenti inusuali - come ad esempio il il lucido da scarpe e i pettini per capelli - crea strutture modulari attraverso la contaminazione di segni antichi e moderni e soprattutto di arti diverse, come la poesia, le espressioni grafiche del mondo scientifico e come abbiamo già detto la musica.

I Palinsesti di Barone, come indica perfettamente la definizione della parola scelta a titolazione del lavoro, nascono dalla stratificazione e dalla cancellazione della materia pittorica su tavole di legno. L’approccio di Barone al supporto ligneo, infatti, assomiglia molto a quello adottato dagli antichi con i manoscritti di pergamena su cui, raschiata via la prima scrittura, veniva scritto di volta in volta un nuovo testo.
Le opere esposte in occasione dell’evento Bubble's Art-Science – una serie d’incontri organizzati dal Dott. Mario Pissacroia che si dilatano lungo l’estate 2012 – nascono dalla stratificazione nel tempo e nello spazio di emozioni, di memorie, di esperienze e stati d’animo individuali, ed a volte collettivi, trasfigurati grazie alla materia pittorica e offerti in dono allo spettatore in un modo tale che gli permetta di volta in volta di smontare i segni e le strutture e rimontarli in base alla propria esperienza.


La personale di Eclario Barone resterà aperta dal 9 Giugno al 5 Agosto alla Taste-Lab Art Gallery a Palazzo de’ Costanti a San Quirico d’Orcia. Una cornice architettonica del tutto inusuale per l’arte contemporanea - ormai sempre più esibita tra muri bianchi e asettici - che proprio per le sue caratteristiche cinquecentesche esalta le caratteristiche materiali e cromatiche dei Palinsesti.

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